Recenti studi hanno dimostrato come il rame possieda un’elevatissima capacità antivirale Sars-CoV-2: un’importante scoperta scientifica che si unisce agli sforzi del mondo sanitario impegnato nella durissima battaglia contro la pandemia.
I dati emersi da recenti studi scientifici sul rame rilevano un indice MV (inattivazione virale) pari a 3.25 ovvero efficace al 99.9%. Un coefficiente davvero impressionante che colloca il rame ai primi posti nella classifica degli elementi chimici maggiormente efficaci nella neutralizzazione del virus.
L’ultima frontiera, in questa direzione, è stata la creazione di un innovativo tessuto composto da nanoparticelle di rame antivirale, in grado di uccidere il coronavirus in due ore. Una scoperta rilevante non soltanto sotto un profilo medico – in una prospettiva di produzione di dispositivi sanitari di protezione – ma anche da un punto di vista tecnologico perché apre ulteriormente gli orizzonti futuri di applicazione del rame in differenti settori della nostra quotidianità.
Il rame risulta essere da tempo uno dei migliori materiali antibatterici in circolazione: per questo motivo Silmet ha deciso di realizzare un’intera linea di tubi – la Linea Medical – pensata appositamente per il settore sanitario.
Le ipotesi scientifiche sulle eccezionali proprietà del rame trovano conferma già negli Anni ’80, grazie a una serie di studi condotti dalla ricercatrice medica Phyllis J. Kuhn. La ricercatrice aveva dimostrato la capacità di questo metallo di neutralizzare i batteri molto più rapidamente ed efficacemente rispetto ad altri metalli sulle cui superfici, invece, gli agenti patogeni persistevano più a lungo aumentando l’esposizione al contagio.
Eppure il rame, per scelte architettoniche e di design e perché il suo costo risulta più elevato rispetto ad altre leghe metalliche o altri materiali, non è stato abbastanza utilizzato: al suo posto è stato scelto l’ottone (una lega di rame al 67% e zinco al 33%) che presenta comunque la proprietà battericida, rispetto ad altri materiali come l’acciaio – che invece contrasta pochissimo la carica infettiva di qualsiasi virus.
Quello che preoccupa però in modo concreto, soprattutto da recenti ricerche, è il costo sociale indiretto causato dal mancato utilizzo del rame. Nel 2015 e nel 2016 due studi statunitensi hanno rilevato che negli ospedali in cui si utilizzava il rame il tasso di infezioni era calato del 58%. Considerando che negli Stati Uniti le infezioni trasmesse all’interno degli ospedali costano ogni anno al sistema sanitario 45 miliardi di dollari provocando circa 90 mila decessi, si può ben intuire quanto l’investimento sul rame sia ragionevolmente sostenibile e auspicabile a fronte di tali numeri.
Alla luce di queste analisi scientifiche ed economiche, nazioni come Stati Uniti e Cile, hanno deciso di utilizzare il rame come materiale ricoprente per le attrezzature maggiormente soggette al contatto con le mani: barelle, porta-flebo, maniglie.
In Italia, il progetto invece più recente in ottica di salute igiene sicurezza, riguarda l’aeroporto di Linate che, in collaborazione con l’università di Pisa, ha lanciato un progetto pilota che consiste nel rivestimento in rame di tutti gli accessori maggiormente toccati dai passeggeri, ovvero, corrimano, maniglie dei carrelli e sostegni nei bus. L’università di Pisa ha, infatti, rilevato che dopo soli 10 minuti la carica virale del coronavirus viene abbattuta del 90% e trascorsa un’ora dal contatto, la carica è neutralizzata al 100%.
Un risultato che conferma la necessità di privilegiare il rame, soprattutto, in quei contesti in cui non è possibile utilizzare strumenti o tecnologie touchless.
La straordinaria proprietà antivirale e antimicrobica di questo metallo non deve essere vista solo in un’ottica di breve periodo dal momento che, come sottolinea spesso la comunità scientifica, il problema di futuri virus pandemici sarà sempre più una criticità da affrontare in un contesto globalizzato e interconnesso. Anche in contesti domestici, grazie alla scelta di tubi di rame è possibile ottenere importanti risultati in termini di atossicità e batteriostaticità delle acque potabili e le superfici in rame possono autosterilizzarsi senza l’utilizzo di candeggina o alcol.
Silmet, azienda attiva da oltre 40 anni nella lavorazione del rame, da anni crede nella ricerca sui materiali e nella concreta possibilità di migliorare la qualità della vita delle persone attraverso il suo utilizzo. Il rame si conferma nel tempo un materiale privilegiato anche per le molteplici caratteristiche peculiari, assolutamente in linea con le sfide che il settore industriale è chiamato a fronteggiare: una chiamata alla quale noi di Silmet siamo pronti a rispondere.